Trieste, 29 novembre 2022 – Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento all’ombra della Mole con il Torino Film Festival, giunto alla sua 40esima edizione. Dal 25 novembre al 3 dicembre saranno presentate 173 pellicole tra cui diverse anteprime italiane, europee e mondiali.
Tra queste si annovera anche “La memoria del mondo” del regista milanese Mirko Locatelli, scritto con Giuditta Tarantelli e prodotto da Strani Film, con Rai Cinema e il sostegno di FVG Film Commission – PromoTurismoFVG, che partecipa al festival nella sezione Nuovi Mondi, come unico film italiano, e sarà proiettato questa sera alle 19:30 nella Sala 2 del Cinema Massimo di Torino.
La storia è quella di Adrien, studioso d’arte e biografo dell’artista visivo Ernst Bollinger, che si ritrova impantanato nella storia di cui è autore, coprotagonista del capitolo conclusivo della vita artistica del grande maestro. Immersi nell’atmosfera rarefatta di una laguna invernale, i due uomini, accompagnati da un giovane barcaiolo, condivideranno l’esperienza di un pellegrinaggio laico alla ricerca di una donna scomparsa, ritrovandosi ad esplorare territori interiori inaspettati e a riconoscersi figli di una memoria comune.
Mirko Locatelli ha deciso di ambientare totalmente in Friuli Venezia Giulia le riprese dell’opera, operando per sei settimane sul territorio regionale, in location che spaziano dalla laguna di Grado a Trieste, passando per la pedemontana pordenonese. Nel montaggio finale compaiono, nel dettaglio, le grotte di Pradis a Clauzetto e il borgo di Movada a Tramonti di Sotto, le riserve naturali di Isola della Cona e della Valle Cavanata, la foce dell’Isonzo, il villaggio di Punta Sdobba, Grado con le terme e alcuni alberghi (Grand Hotel Astoria e albergo Caneo) e Trieste, con il Magazzino 26.
Nel cast Fabrizio Falco, nei panni del biografo, l’attore triestino Maurizio Soldà e il giovane Fabrizio Calfapietra, uscito dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.
Il cinema come veicolo di promozione del territorio, trova nel film di Locatelli una delle sue rappresentazioni più vere e vitali. È il regista stesso a ricordare l’importanza del territorio e delle relazioni che si creano con i suoi abitanti: la storia nasce, si sviluppa e si concretizza proprio a partire da un luogo e in questa pellicola la natura gioca un ruolo predominante.