Mirko ha soltanto vent’anni e un cumulo di angoscia, rabbia e disillusione pesa sulle sue giovani spalle.
Lavora al White Club, un lussuoso locale di perdizione vicino a Trieste, gestito da sua madre, Ofelia,
che si “prende cura” di tutte le giovani che vi lavorano. Mirko si occupa di accompagnare le nuove
ragazze al club. E’ così che si guadagna da vivere. Nessuna apparente costrizione, Mirko accetta la
vita che sua madre Ofelia ha creato per lui.
Nonostante i suoi sensi di colpa, non disdegna di passare le notti con le ragazza ed è affascinato dai
soldi facili. Per questo motivo, Mirko accetta il suo nuovo incarico: deve viaggiare fino in Slovenia,
recuperare due ragazze albanesi clandestine e portarle al White Club sane e salve. Ofelia come
sempre si fida di lui, e sa che non lo deluderà.
Inaspettatamente, Mirko si ritrova davanti due ragazzine, Nina e Lejla, entrambe minorenni. Due
sorelle legate da un legame fortissimo, che scappano dalla miseria con la speranza di raggiungere
l’Italia. Nina, la più grande delle due, è sveglia e diffidente e cerca in ogni modo di proteggere sua
sorella.
Durante il viaggio qualcosa va storto: i tre si ritrovano a superare la frontiera, passando per il bosco,
e vengono inseguiti dai paramilitari. Nonostante le conoscenze di Mirko dei soci del White Club, i
paramilitari non vogliono lasciarlo andare via con entrambe le ragazze. Decidono di lasciare che
soltanto Nina vada via con lui, mentre Lejla dovrà restare con loro.
Mirko stordisce Nina e la porta via quando è senza sensi, lasciando così sua sorella minore in mano ai
miliari.
Nina viene portata al White Club, dove Ofelia la sta aspettando.
Senza Lejla, Nina sembra aver perso la forza e ogni speranza. È costretta ad adattarsi presto alla sua
nuova condizione, sotto lo sguardo impotente di Mirko. Più simili di quanto immaginassero, i due
giovani si ritrovano a condividere la loro apparente libertà.
Rifiutandosi di accettare il destino che gli è stato imposto, Mirko e Nina decidono di fuggire alla ricerca
di Lejla, liberandosi insieme dalla gabbia dorata in cui erano stati costretti.